23Ott
By: aipfadmin Acceso: Ottobre 23, 2018 In: Stampa Comments: 0

Sea Shepherd contro la pesca di frodo Recuperati 100 km di fili illegali

Operazione al largo delle Eolie nel nome di Siso, il capodoglio che un anno fa era stato imprigionato e ucciso dalla plastica. Distrutte 52 postazioni clandestine di cattura

Sea Shepherd contro la pesca di frodo Recuperati 100 km di fili illegali

Sono bastate 178 ore di navigazione per sequestrare 52 postazioni di cattura e recuperare circa 100 chilometri di spago di polipropilene al largo delle isole Eolie. Si tratta solo di una piccola parte dei circa 1.500 dispositivi di pesca illegali che si stima siano presenti nei mari italiani, per un totale di circa 2 mila km di reticolato di plastica, che rappresenta una insidiosa trappola per la fauna marina. Ma l’operazione, condotta dall’equipaggio della nave «Sam Simon» di Sea Shepherd, in collaborazione con la Guardia di finanza, la Guardia costiera di Lipari e la Capitaneria di porto di Catania, è significativa perché concentrata in un’area di estrema importanza faunistica e naturalistica.

Sea Shepherd contro la pesca illegale alle Eolie Sea Shepherd contro la pesca illegale alle Eolie Sea Shepherd contro la pesca illegale alle Eolie

Indagini sotto copertura

«Siamo partiti da segnalazioni su attività di pesca sospetta – spiega Andrea Morello, presidente di Sea Shepherd Italia – e con una nave sotto copertura abbiamo individuato l’area interessata dalle attività illegali. In accordo con le autorità siamo poi intervenuti per rimuovere tutto il materiale usato per la pesca di frodo». Si tratta sostanzialmente di fili che vengono abbandonati in mare, agganciati a bidoni e taniche di plastica e fogliame ancorati sul fondo marino, che creando ombra attirano i pesci che poi vengono prelevati in massa da pescherecci «fantasma». Tecnicamente si chiamano Fad, acronimo che sta per Fishing Aggregating Devices. In Sicilia sono noti come «cannizzi».

La storia si ripete

Non tutti i Fad sono illegali. Ma nella zona delle Eolie, proprio per l’importanza che ricopre quest’area dal punto di vista ambientale, il loro uso è strettamente regolamentato: ne potrebbero essere installati un massimo di 20 e solo in determinate aree, ma l’operazione di Sea Shepherd, come detto, ha permesso di recuperarne più del doppio in pochi giorni di attività. Non è la prima volta che Sea Shepherd interviene al largo delle coste siciliane per combattere la piaga della pesca illegale. Lo scorso anno erano stati recuperati 75 km di filo plastico.

Nel nome di Siso

L’operazione di quest’anno è stata intitolata «Siso», dal nome di un giovane esemplare di capodoglio che nel 2017 era rimasto intrappolato da una rete tipo spadara ed era poi morto nonostante il lungo tentativo di liberarlo da parte della Guardia costiera. Siso è stato trovato morto nei pressi di Capo Milazzo dal biologo marino Carmelo Isgrò che ha deciso di farne un simbolo, conservandone lo scheletro e mantenendo la rete che lo ha ucciso (e la plastica rinvenuta nel suo stomaco) come monito per le generazioni future. Era stato proprio lui a ribattezzare il cetaceo Siso, come il soprannome di un suo amico che aveva partecipato alle operazioni di recupero ma che era poi morto in un incidente d’auto proprio in quei giorni. Sea Shepherd ha dunque deciso di rendere omaggio a entrambi.

Fauna marina a rischio

Non solo i capodogli ma tutta la fauna marina viene messa a rischio dai «cannizzi» e dalla plastica vagante. Le tartarughe caretta caretta sono quelle che più frequentemente finiscono prigioniere delle reti, ma il pericolo è in agguato anche per delfini, balene, stenelle, grampi e globicefali le cui rotte passano proprio al largo dell’arcipelago. «Durante la navigazione — racconta Morello – un altro capodoglio è venuto a trovarci insieme a numerosi delfini e tartarughe, quasi ad indicarci la rotta per scovare i Fad, come se stesse lottando insieme a noi contro la pesca illegale. L’operazione Siso ha ottenuto la piena fiducia dei pescatori artigianali di Lipari, che unendosi alla difesa della legalità e delle leggi portano le nostre attività ad essere sempre più efficaci». L’iniziativa è stata anche supportata dall’Aeolian Islands Preservation Fund, una fondazione dedita alla tutela della bellezza naturalistica delle Eolie e alla promozione del turismo sostenibile. «La nostra flotta – conclude morello – continuerà a combattere sempre nell’interesse della vita negli oceani, in maniera coerente e implacabile. Il nostro successo si misurerà sempre con il numero di vite marine salvate».