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By: aipfadmin Acceso: Luglio 29, 2019 In: News Comments: 0

“Pomis”, nato nei mesi di giugno e luglio 2018, è il progetto che ha lo scopo di promuovere il monitoraggio per valutare l’evoluzione dello stato delle praterie di Posidonia oceanicanell’isola di Salina, facente parte dell’Arcipelago delle Eolie, con il coordinamento scientifico della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli, insieme alle fondazioni Blue ed Aeolian Islands Preservation Fund.

Le praterie di Posidonia sono distribuite lungo le coste dell’intero Mar Mediterraneo, dove tale habitat svolge importantissime funzioni per la salute degli ambienti costieri, fornendo importanti servizi ecosistemici(tra gli altri la produzione di ossigeno; la protezione della costa dal fenomeno dell’erosione; la protezione di popolazioni di varie specie ittiche; l’intrappolamento di grandi quantità di anidride carbonica).
Calcoli recenti hanno stimato che ogni ettaro di prateria di Posidonia oceanica può fornire servizi ecosistemici con valori che vanno oltre il milione e mezzo di euro l’anno, ovvero  se l’uomo volesse  sostituire i servizi forniti naturalmente dall’ecosistema, spenderebbe un cifra pari a quella sopra indicata.
Il progetto ha avuto come obiettivo principale quello di acquisire dati utili a valutare l’evoluzione a lungo termine delle praterie di Posidonia oceanicache crescono intorno all’isola di Salina, per sviluppare uno strumento ambientale a supporto della gestione e della conservazione dell’habitat marino dell’Arcipelago delle Eolie. Il team della SZN ha raccolto dati ed osservazioni con sguardo indirizzato al futuro, pensando anche ai risvolti sociali di tale attività che, attraverso la partecipazione di subacquei volontari, potrà contribuire ad avvicinare i cittadini alla ricerca scientifica al fine di aumentarne il livello di consapevolezza sulle problematiche ambientali. Il progetto si colloca nell’ambito di una prima fase di monitoraggio strutturata su base annuale, comprendendo anche il controllo delle specie invasive nella zona costiera e dei loro effetti sugli habitat nativi quali, appunto, le praterie di Posidonia oceanica. Intorno all’isola di Salina sono stati selezionati undici siti, scelti in modo da includere diverse tipologie di fondale marino, a diverse profondità e diverse esposizioni della linea di costa. Inoltre, i siti sono stati anche selezionati per comprendere i potenziali effetti dei tre principali insediamenti umani nell’isola (Santa Marina Salina, Malfa e Rinella) e le principali attività costiere (come porti e nautica da diporto). Siti lontani dall’influenza da attività umane dirette potranno essere usati come punti di controllo e come indicatori di effetti climatici globali. Da ciò è emersa una marcata differenza fra le praterie localizzate lungo la costa orientale e quella occidentale dell’isola. Le prime risultano essere in regressione, in particolare a causa dei danni portati dagli ancoraggi. Infatti, sono evidenti ampie e numerose cicatrici prodotte dalle barche che attraccano nella zona: le ferite esistenti rappresentano bordi di erosione attivi che si possono ampliare a causa della mobilizzazione dei sedimenti e delle correnti di fondo. Nei bassi fondali, l’impatto continuo è testimoniato anche dalla presenza di grossi frammenti di prateria staccati ma ancora vitali (Figura 1). Nei fondali sabbiosi che circondano questi prati impattati, specie invasive quali l’alga verde Caulerpa cylindracea var. racemosae la fanerogama Halophila stipulacea, sembrano avere condizioni favorevoli per colonizzare ampie zone di fondo. Il progetto Pomis è stato portato avanti con il coordinamento scientifico del dott.re Gabriele Procaccini, direttore del Dipartimento di Ecologia Integrata della Stazione Zoologica, e del dott.re Lazaro Marin Guirao (Figura 2), ricercatore presso l’ente di ricerca napoletano, entrambi esperti riconosciuti a livello internazionale di ecologia ed evoluzione di questi importanti ecosistemi marini. <<L’isola di Salina presenta estese e rigogliose praterie di Posidonia, la cui estensione sembra essere la più grande di tutto l’arcipelago>>,spiega Il Dottor Procaccini. <<La Stazione Zoologica è impegnata da molti anni in tutto il bacino mediterraneo nello studio di tali importanti ecosistemi, il cui destino è legato ad una corretta gestione della fascia costiera ed il cui stato di salute può essere stimato solo attraverso progetti di monitoraggio a lungo termine, quale quello appena iniziato nell’isola di Salina. Non possiamo permetterci di perdere e di danneggiare oltre questa importante risorsa, dalla cui sopravvivenza dipende dalla corretta gestione di tutta la fascia costiera, con ricadute importanti sulle attività umane che vi si esercitano>>.

Il monitoraggio continuo nel tempo permetterà di discriminare i naturali cambiamenti ciclici dei prati dai cambiamenti indotti dalle attività umane e dai cambiamenti climatici e di monitorare la presenza di specie invasive. Queste informazioni saranno preziose per la corretta conservazione e per una gestione adeguata di questi preziosi ecosistemi costieri nelle Isole Eolie.

Lo studio

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