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By: aipfadmin Acceso: Ottobre 01, 2019 In: News Comments: 0

Durante la settimana 18 – 24 settembre è stata portata a termine una campagna di ricerca nell’isola di Salina, organizzata da Blue Marine Foundation ed Aeolian Islands Preservation Fund, in collaborazione con l’Università Politecnica delle Marche – Dip.to di Scienze della vita e dell’Ambiente e lo staff Reef Check Italia onlus.

La missione ha previsto lo svolgimento di una serie di immersioni scientifiche volte alla caratterizzazione di organismi che rientrano nell’elenco delle specie protette secondo la Direttiva Habitat (DH) e specie vulnerabili secondo la Convenzione di Barcellona (specie ASPIM). Le specie sono state censite in 5 siti attorno all’isola, con lo scopo di stimarne l’abbondanza, lo stato di salute e la distribuzione fino a 40 m di profondità. Durante i censimenti in immersione sono state riscontrate specie di elevato pregio naturalistico, sia d’interesse commerciale (es. l’aragosta Palinurus elephase il riccio commestibile Paracentrotus lividus) sia ecologico (es. spugne massive, gorgonie e coralli) che creano habitat ottimali per la vita di altri organismi. Tali specie sono molto sensibili ai cambiamenti climatici ed è importante conoscere il loro stato di salute per valutare come gli habitat marini stiano rispondendo al riscaldamento generale del Mediterraneo. I rilievi hanno inoltre permesso di valutare la presenza di alghe e piante aliene invasive, che competono aggressivamente con le specie endemiche.

Un approfondimento particolare è stato condotto sul riccio diadema Centrostephanus longispinus, una specie protetta dalla Direttiva Habitat, che è risultata qui particolarmente abbondante e con una distribuzione batimetrica del tutto inaspettata, con individui presenti anche ben al di sopra del termoclino, fino a circa 10 m di profondità. L’ecologia di questo organismo è ancora poco conosciuta, per cui risulta oggi difficile valutare il suo stato di salute e sviluppare di adeguati interventi gestionali per la sua salvaguardia. I dati ottenuti forniscono un primo importante contributo da questo punto di vista.

Infine, durante le attività in immersione sono stati riscontrati numerosi attrezzi da pesca abbandonati, i quali sono stati rimossi quando particolarmente dannosi per l’integrità degli organismi del fondo. Tali ritrovamenti lasciano spazio a riflessioni circa l’impatto di natura umana che viene esercitato in corrispondenza di aree di elevato interesse naturalistico, compromettendo la capacità dei sistemi naturali di rimanere in salute e garantire la produzione di benefici a sostegno sia dell’economia della piccola pesca locale sia di attività vocate al turismo subacqueo.

In conclusione, questo studio ha fornito una prima descrizione degli habitat e degli organismi inclusi all’interno di liste di protezione internazionali presenti presso l’isola di Salina, a supporto di eventuali future misure di protezione e/o gestione delle fragili risorse dell’arcipelago.

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